Un Lustro Ombroso

Prologo

Vi svegliate a causa dei rumori intorno a voi. Guardandovi intorno cercate la luce del sole, per poi ricordarvi che vi trovate sotto terra, e solo qualche lanterna illumina le vostre stanze.

Mentre cercate di riprendervi dal sonno e la stanchezza nella vostra testa risuonano ancora, fragorose e caotiche, lo scontro finale con Cloto, le urla dei feriti e la felicità di chi vi ha accolti come gli eroi che hanno salvato il continente. E le parole di un bambino: “Dov’è mio padre?”. Non sapete che fine ha fatto Vortibrand, e vedere suo figlio trattenere le lacrime e scappare via vi ha ulteriormente provati.

A nulla sono servite le vostre domande ai rifugiati dell’Arco nel Nulla riguardanti i cambiamenti del continente. La loro gioia, il loro entusiasmo e la speranza di aver riottenuto la libertà erano incontenibili, e non avevate le forze di controbattere oltre.

Avete accettato di buon grado il vitto e alloggio offertovi, con la promessa che tutto vi sarà spiegato a breve, dopo i festeggiamenti.

E così, dopo diverse ore di sonno, vi svegliate in una stanza scavata nella terra, senza avere percezione del giorno e della notte, del tempo passato, e a qualcuno vengono i brividi ripensando al crepuscolo.

Tornate in taverna, il fulcro di questo complesso di gallerie, dove tutto sta venendo preparato per festeggiare e celebrarvi. 

Pian piano iniziate a rilassarvi e vi lasciate prendere dal clima di festa: qualcuno già solleva i primi boccali, altri aiutano ad allestire la taverna, qualcuno riconosce ed abbraccia vecchie conoscenze. 

Forse, dopo tutto quello che avete passato, è il momento di scoprire se vi ricordate ancora come ci si diverte.