Quando anche l’ultimo dolente viene eliminato, la proiezione dell’ancestrale diviene sfocata e tremante; ormai allo stremo è evidente che presto svanirà.
Ma prima, delle ultime parole si possono udire:
“Con le ultime energie che mi restano, vi saluto. Adesso è chiaro anche alle vostre menti cosa è accaduto. Il dolore genera altro dolore. Il Cor Dolium ha scelto colui che è stato capace di azioni infime, di azioni che hanno causato immenso strazio, e che al tempo stesso ha sofferto più di tutti per le sue stesse azioni. Harold ha gli tradito amici, ha sacrificato delle vite, in nome del potere, e ha perso l’unica persona a cui tenesse realmente. Tutto per nulla. Non è consapevole infatti che il Cor Dolium si è legato a lui, in quanto il Dolore è un sentimento, e in quanto tale, invisibile ai sensi. La sua mente umana è convinta di poter controllare i Cor, generando quello che è noto come Muntradhak. Ma è anche l’influenza del Cor Dolium a farglielo credere. L’Artefatto si nutre di dolore, e non c’è dolore più grande di quello scatenato da una catastrofe come il risveglio simultaneo di tutti i Cor.
Ma in questo momento di terribile pericolo, per noi si accende un barlume di speranza.
Se è vero che il Cor vuole scatenare dolore, è anche vero che non può permettere che nessuno sopravviva al disastro. Senza persone a soffrire non c’è dolore.
Per questo, così come esso brama scatenare il Muntradhak, così esso sarà anche la chiave per fermarlo”.
Ciò detto la figura scompare e gli avventurieri si ritrovano da soli, con il fardello della scoperta che grava pesantemente sui loro cuori.
Durante il viaggio di rientro, approfittando delle soste obbligatorie per il riposo, i viaggiatori si stringono intorno ai fuochi per condividere informazioni e ricostruire al meglio ciò che hanno scoperto:
La figura apparsa nella grotta era quella di Flegias, colui che alcuni di loro hanno aiutato nella Fortezza Runica a ritrovare l’umanità. Egli infatti, era divenuto il Capostipite Alpha del Cor Feralis, poiché il Cor risvegliato si era legato alla creatura più forte che si trovasse nei pressi.
Prima di morire Flegias è riuscito ad inviare un importante messaggio che, uno tra loro ha udito particolarmente bene. Le parole, che rimarranno incise nella sua mente per molto tempo, erano: “In un luogo distante, esiste un artefatto, capace di controllare il risveglio dei Cor. E nelle vostre mani c’è la chiave per ritrovarlo. Il Medaglione, quello che il Sacerdote Mandrovi ha nascosto, e che voi dopo secoli avete ritrovato. Esso montato sul suo bastone fornisce i mezzi per trovare questo oggetto, ed è al tempo stesso la chiave per ottenerlo. Assicuratevi sempre che non cada in mani sbagliate.
Voi Guardiani del Cor Feralis, che qui siete giunti. Affido a voi la cura e la salvezza di Talsea.”
Tra i viaggiatori cala un silenzio denso e meditabondo.
Nel frattempo a Mordirovo il consiglio è in fermento a causa di un ultimo dono da parte dell’Ancestrale: Sono giunte in città tre gemme contenenti i ricordi cristallizzati di Harold, Varkhan e Puk, gli unici completamente epurati durante il viaggio nei ricordi.
Stringendoli in mano, è possibile rivivere con gli occhi del protagonista, le vicende che cambiarono per sempre il suo destino.
Come Var’Khan si lasciò convincere da Harold e massacrare degli avventurieri innocenti in nome di un bene superiore.
Come Polthar rinnegò la sua stessa razza pur di amore di sua figlia, convinto dalle menzogne di Harold.
E di come quest’ultimo stesso, dopo essere stato salvato da Torbjon, lasciò il suo amico a morte certa, pur di impossessarsi di un Cor.
Non vi sono più dubbi che Harold sia il Monogramma e che voglia scatenare il tanto temuto Muntradhak.
Il Consiglio è pronto a schierare le sue risorse, lo scontro ormai è inevitabile.
OC: Il Play by Mail è aperto da oggi fino alle 29:59 del 27/05/2019