… ad Astra

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Prologo:

Strappati con la forza dal Crepuscolo, gli avventurieri vengono risucchiati nel portale aperto da Cloto. Se il portale di andata poteva lasciare una sensazione simile a quella di esser passati sotto una piccola cascata ghiacciata, qui si sentono schiacciati dalla pressione e dalla mancanza d’aria, come fossero in fondo all’oceano. Difficile dire quanto dura il passaggio, intorno a loro solo il nero, la mente si annebbia, e in molti perdono i sensi.

Poi la luce. Storditi, con le orecchie che fischiano e gli occhi che faticano ad abituarsi a vedere di nuovo il sole, ci mettono del tempo a rendersi conto di ciò che li circonda.

Qualcuno urla qualcosa, e viene deriso in risposta. Quando finalmente gli occhi riescono a mettere a fuoco, vedono l’Ottagramma in fondo, davanti a loro, e Cloto seduto sopra di esso, visibilmente compiaciuto di essere riuscito nel suo intento di portare a sé gli ultimi ostacoli al completamento del suo piano. Intanto i cultisti circondano il gruppo appena arrivato, in attesa di un ordine.

Coloro che conoscono meglio il Bosco degli Occhi però notano subito un dettaglio macroscopico: non sembra di essere nel bosco. Non solo per l’assenza dei bulbi, ma la stessa formazione del territorio è diversa. 

Mentre gli ultimi avventurieri sembrano riprendersi, alcuni di loro sono già in piedi con le armi in pugno, paralizzati dalla situazione ma pronti a scattare. 

Cloto si avvicina e prende parola:

“Ben svegliati! Odio ripetermi, ma pensavate davvero di essere in grado di fermarmi? Avete scelto un luogo complesso dove nascondervi, e dopo tutto questo tempo iniziavo a pensare che foste morti. Speravate di completare l’Ottagramma dall’altro lato prima che lo facessi io? Un piano interessante, se non fosse irrealizzabile: io stesso sono parte di esso, senza di me non sarebbe mai stato completo! Voi mortali mi avete fatto perdere un sacco di tempo, ma oggi tutto finirà. Invocate pure le vostre divinità per l’ultima volta, perché da domani il mondo conoscerà un nuovo dio, e nessuno di voi sarà qui per vederlo.

Cultisti, per ora lascio a voi il compito di intrattenerli, vediamo se sono bravi come pensano.”


Epilogo:

I due gruppi di avventurieri, dopo essersi riuniti e aver coordinato le forze e le risorse, con estrema difficoltà riescono a staccare tutte le gemme da Cloto.

I poteri divini condensati in esse abbandonano l’ancestrale Shmir che rimane impossessata dal demone collana, finché anche quello non le viene rimosso.

Le gemme vengono consegnate poi a Keiros per permettergli di tornare finalmente integro.

Coloro che avevano partecipato al rituale di recupero della reliquia della coppa, uniscono la reliquia in loro possesso con la sua controparte maligna e, attorno all’Ottagramma compiono l’ultima preghiera per far si che le due metà tornino ad essere una cosa sola. Appare la Coppa dell’Alleanza, un fascio di luce sale dall’Ottagramma, questa luce, per quanto intensa e brillante, non acceca i presenti che immediatamente si sentono meglio, in uno stato di armonia e pace che probabilmente molti di loro non avevano mai provato in tutta la loro vita.

I più audaci cominciano a bere dalla coppa, che passa di mano in mano, per sancire l’alleanza a partire dalle razze presenti. Alcuni cercano di capire e sperimentano, il liquido nella coppa è sempre allo stesso livello, non può essere versato in altri recipienti, né svuotato o versato al suolo. È fatto per essere bevuto soltanto. Gli avventurieri festeggiano inebriati anche dal fluido divino, qualcuno imbraccia la chitarra e comincia a suonare. 

Questo momento di giubilo e scarico della tensione, con la consapevolezza di aver compiuto un’impresa epocale, viene interrotto dall’arrivo di Keiros finalmente completo, seguito dagli ultimi dei suoi fedeli, finalmente liberi dal controllo mentale. L’approccio degli avventurieri è estremamente cauto vedendolo avvicinare in lontananza. Il dio è avvolto da un’armatura dorata e risplende di luce.

Si avvicina agli avventurieri che, per un attimo, avevano temuto il peggio:

“Avventurieri, figli miei. Infine, i vostri sforzi e i vostri sacrifici non sono stati vani, avete compiuto un miracolo degno di una divinità. La sconfitta di Cloto, il ripristino della Coppa dell’Alleanza, porterà nuovo equilibrio nel mondo intero. Ormai completo, è tempo per me di ascendere nuovamente, ma non potrò dimenticare le mie colpe, e quanto hanno fatto soffrire tutte le razze, per così tanti secoli. Non dimenticherò chi ha deciso di fidarsi di me, quando era così semplice additarmi come mostruosità, un teschio pregno di magia e senza raziocinio. Devo ringraziarvi per avermi concesso le gemme, per aver perdonato i miei fedeli, che tanti problemi hanno creato nei primi tempi.

Prima di andare, dovrò chiedervi un ultimo sacrificio, un ultimo saluto: come avete imparato dal guardiano ancestrale del portale, la razza che ho creato, che voi chiamate ancestrali, è imperfetta e incompatibile con questo mondo, e le altre divinità perdoneranno le mie azioni solo quando saranno estinti. Il corpo di Nahar, il cucciolo, nel quale risiedevo fino a poco fa, è già stato liberato e inviato nel Crepuscolo, e devo ora chiedervi di salutare anche la madre, Kashmir.

Non crediate sia facile per me consegnare i miei figli e cancellarne l’esistenza, perciò vi chiedo, in qualità di padre, di ricordare il loro nome e la loro storia, perché venga ricordata dalle generazioni future.

In ultimo, un augurio ed una raccomandazione: avete sconfitto un demone dai poteri quasi divini, attraversato da vivi il regno dei morti, ridato vita e potere a me, un dio. Le vostre azioni vi attestano di diritto come eroi di questo mondo, ed io sono fiero di voi. Ma ricordate che il seme della discordia è sempre insito in tutte le razze, ci sarà chi riconoscerà i vostri meriti e vi tratterà con onore, ma in tanti non vorranno credere alle vostre imprese o ne saranno invidiosi. Il rinnovato equilibrio non implica la fine di ogni conflitto, restate vigili, e mantenete l’umiltà di cui vi ho visti capaci.

Lo dirò chiaramente: il vostro viaggio nel Crepuscolo è durato cinque lunghi anni, molte cose sono cambiate mentre non eravate qui e le città provavano a difendersi da Cloto. Non tutte hanno trovato salvezza. Ci sarà ancora bisogno di voi, vi chiedo di non voltare le spalle alla popolazione.

Ora devo andare, ma ogni volta che avrete bisogno di me sarò con voi.

Avversità, l’evoluzione dei degni”.

Finito il discorso gli avventurieri lo seguono fino all’Ottagramma e lui dopo aver salutato tutti chi più chi meno affettuosamente, svanisce ascendendo.

Gli avventurieri a fine giornata sono stremati, le ultime forze, tenute vive dalla tensione della missione, li abbandonano definitivamente. Molti vogliono tornare a casa il più in fretta possibile, qualcuno si chiede se c’è ancora una casa alla quale tornare. La Brigata 31 pensa al loro orfanotrofio e ai bambini. La notte sta per arrivare, il grande nemico è stato sconfitto, quello che è stato per anni il luogo più pericoloso di Talsea è diventato nel giro di una giornata quello più sicuro. Gli avventurieri si accampano per la notte attorno al pilastro, non fa freddo, il bosco può dare sostentamento per tutti, l’indomani recuperate le forze si ripartirà.

Alle prime luci dell’alba, una delle vedette dà l’allarme e in pochissimo vengono brandite le armi. I tre esploratori incontrati il giorno prima si avvicinano cautamente dichiarando le loro intenzioni. 

“Avete veramente sconfitto il demone? Ci si può avvicinare? Veniamo dall’Arco nel Nulla, siamo qui per dare supporto. Venite con noi nei rifugi sotterranei. Potrete riprendervi con calma e poi ripartire per le vostre rispettive destinazioni.”

Seguite gli esploratori, vi fanno strada verso l’uscita est del Bosco degli Occhi, superando le vecchie cave di Mormorio ormai abbandonate. Sulla destra della Carrettera Central c’è una taverna di recente costruzione, ma in stato di abbandono. Vi portano all’ingresso posteriore, che porta ad un magazzino con una botola ben nascosta. Da qui scendete in una serie di tunnel, venite portati in una specie di sala da pranzo dove vi aspetta una tavola imbandita. Qui potete mangiare e riposarvi.

Mentre vi avvicinate stremati ai tavoli un ragazzino adolescente arriva correndo e si blocca davanti al gruppo. Con gli occhi chiari sgranati vi osserva in cerca di qualcuno, e dopo qualche secondo, ripreso fiato, tira fuori una voce strozzata: “Dov’è mio padre?”.

[Nota OOC: Sono momentaneamente sospesi i giochi via mail.]